Una consacrazione molto importante per la Chiesa locale. Sabato 8 settembre, nella basilica cattedrale San Procolo martire, monsignor Gennaro Pascarella ha presieduto la celebrazione di consacrazione a Cristo, secondo il Rito dell’Ordo Virginum, di Paola Tuccillo.
Cuore del Rito è stato il momento in cui Paola ha espresso il “Santo proposito”, cioè la volontà di perseverare per tutta la vita nella castità perfetta e nel servizio di Dio e della Chiesa, seguendo Cristo come propone il Vangelo, per rendere al mondo una viva testimonianza di amore. Questo impegno è stato accolto è confermato dalla Chiesa attraverso la solenne preghiera del vescovo, il quale invoca e ottiene per lei l’unzione spirituale che stabilisce un vincolo sponsale con Cristo e la consacra a Dio. Infine sono stati consegnati a Paola i due segni fondamentali del Rito: l’anello (segno dell’Alleanza sponsale con Cristo Signore) e la Liturgia delle Ore (richiamo ad unire quotidianamente la propria voce a quella di tutta la Chiesa orante).
Con tale Rito, Paola è entrata a far parte dell’Ordo Virginum della diocesi di Pozzuoli, di cui già fanno parte Eleonora, Ida e Anna. Ciò che accomuna queste quattro “sorelle” e l’aver condiviso la stessa consacrazione. Le vergini consacrate non sono suore, né membri di un istituto secolare, non fanno riferimento alla regola di un fondatore. Il loro riferimento è Cristo sposo, ascoltato nella Parola, incontrato e amato nel tessuto della Chiesa, nelle situazioni più varie. Le modalità di espressione di questa vocazione nel mondo sono molteplici e diverse, legate ai carismi delle singole consacrate.
Tre sono gli elementi che caratterizzano il carisma dell’Ordo Virginum: la verginità, la diocesanità, l’immersione nella realtà secolare.
La verginità rappresenta il centro unificante della vita delle donne consacrate, caratterizza la loro conformità a Cristo, stabilisce un “legame d’amore sponsale” definitivo ed esclusivo con il Signore Gesù, è condizione specifica per la dedicazione totale alla Chiesa. Le vergini consacrate praticano uno stile di vita evangelico perché, totalmente donate a Cristo, desiderano conformarsi a Lui ed essere a servizio della Chiesa. “Il carisma della verginità è un dono di Dio: esso custodisce ed eleva la capacità di amare della persona, riconducendo ad unità le diverse dimensioni della sua umanità” (Istruzione “Ecclesiae Sponsae Imago”, n. 23).
Il secondo tratto distintivo di questa consacrazione è la diocesanità, cioè il legame spirituale e pastorale con la Diocesi. Avendo ricevuto la consacrazione dalle mani del vescovo in seno ad una Chiesa particolare, le consacrate sono legate ad essa da uno speciale vincolo di amore e di appartenenza reciproca. Radicate nel contesto sociale e culturale in cui vivono vedono nella Chiesa particolare la grande famiglia di Dio che vive e opera in quel territorio. Nella diversità dei carismi personali, sono chiamate ad essere presenti nella pastorale ordinaria e nell’opera di evangelizzazione, anche nella disponibilità ad assumere specifici compiti ecclesiali per l’edificazione della comunità cristiana. Sempre vivo sarà l’impegno nella preghiera ad intercedere quotidianamente per le necessità della diocesi e dei suoi pastori. Da sposa, madre e sorella nello Spirito, la consacrata è chiamata a rallegrarsi per le sue gioie e far proprie le sue fatiche.
La diocesanità richiama anche il particolare rapporto che lega la vergine consacrata al vescovo che, nell’accompagnare le consacrate nelle diverse fasi della formazione, ha il compito di discernere l’autenticità della chiamata a questa forma di vita. A lui spetta la presidenza del solenne e pubblico rito liturgico e la cura pastorale dell’Ordo, perché ciascuna viva una gioiosa fedeltà alla propria vocazione.
La forma specifica di consacrazione nell’Ordo Virginum è infine caratterizzata dall’impegno a condurre una vita di fede e di radicalità evangelica, nelle condizioni ordinarie dell’esistenza, immerse nella realtà secolare. Ciò significa sperimentare l’appartenere totalmente a Cristo, vivendo nel mondo, sperimentando le stesse condizioni di vita del popolo di Dio. Perciò le vergini consacrate non si distinguono per l’abito che portano; oltre l’anello sponsale, non hanno segni particolari. La consacrazione non esige, di per sé, nessun cambiamento esteriore. Possono liberamente scegliere di vivere da sole, in famiglia o in fraternità. Fedeli alle proprie attitudini ed inclinazioni non si precludono alcun inserimento nel mondo del lavoro. La partecipazione attiva alla vita culturale e civile in tutte le sue espressioni, deve essere considerata come espressione caratteristica della vocazione delle vergini consacrate che secondo le loro possibilità e carismi individuali possono così rinnovare, secondo lo spirito del Vangelo, il contesto sociale in cui sono inserite.
Infine le vergini consacrate si dedicano generosamente a tutti i servizi apostolici ed ecclesiali che siano “confacenti al loro stato” (Can. 604,2). Ciò significa che alcune di esse potranno dedicarsi principalmente all’animazione cristiana del mondo nella professione o nell’impegno sociale e civile, lasciando margini ridotti alla dimensione pastorale. Altre viceversa concentreranno le loro energie sulla pastorale, dando spazio ridotto all’impegno secolare. Altre ancora potranno assumere una figura di vita cristiana particolarmente profetica, per esempio nella contemplazione o nella dedizione esemplare e totale agli ultimi.
Al di là di ogni singola e svariatissima espressione di questo carisma nella Chiesa, per tutte le consacrate dell’Ordo Virginum rimane l’unico grande impegno, nell’essersi totalmente donate a Cristo Sposo, di testimoniare che l’origine, il senso e la destinazione di ogni realtà umana è nell’Amore, quell’amore di cui Dio vuol far partecipi tutti.
Eleonora Elefante
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Cenni storici
L’Ordo Virginum è una forma di vita consacrata che risale ai tempi della primitiva comunità cristiana e la Consecratio Virginum costituisce il primo Rito di consacrazione della donna nella Chiesa. Si parla di vergini consacrate fin dai tempi apostolici e grande stima e sollecitudine pastorale per questa vocazione è ampiamente testimoniata nella Letteratura Patristica. Motivi storici e mutamenti sociali condussero successivamente a un cambiamento della vita consacrata femminile, per cui l’unica modalità per una donna di vivere una totale dedizione a Dio divenne quella di far parte di un Ordine monastico o di una Congregazione religiosa. Scomparve così progressivamente la forma di vita originaria dell’OV, con il suo caratteristico radicamento nella comunità civile ed ecclesiale.
Il rinnovamento ecclesiale che ispirò il Concilio Vaticano II, portò alla riscoperta di questa forma di vita consacrata. Il nuovo Rito della Consecratio Virginum viene promulgato il 31 Maggio 1970 dalla Sacra Congregazione per il culto divino su speciale mandato di Papa Paolo VI. In questo modo ha ritrovato esplicito riconoscimento ecclesiale la consacrazione verginale di donne che restano nel proprio ordinario contesto di vita, radicate nella comunità diocesana radunata attorno al vescovo. Il carattere istituzionale di questa forma di vita, proprio e distinto dagli Istituti di Vita Consacrata, è stata successivamente confermato dal Codice di diritto Canonico (can. 604)
Negli anni successivi la Chiesa ha spesso dimostrato attenzione verso questa vocazione ( Catechismo della Chiesa Cattolica, Esortazione apostolica Vita Consacrata, ) e fondamentali sono stati gli ultimi due Documenti: La nota pastorale della CEI, L’Ordo Virginum nella Chiesa in Italia (25/3/2014) e l’Istruzione “Ecclesiae Sponsae Imago” (8/6/2018)
Oggi l’OV è presente in tutti i continenti con quasi 5000 consacrate. In Italia vivono circa 800 consacrate e più di 200, nelle varie diocesi, sono in formazione.