Ottobre Missionario Straordinario: significato e veglia di preghiera sabato 19 ottobre a Bacoli





Dal Concilio Vaticano II (1962-1965) in poi si è venuta formando nella Chiesa una nuova e più forte coscienza missionaria. Essa ha generato un vero e proprio bisogno di conoscere, di studiare, di meditare e di vivere la vocazione battesimale-missionaria, non più in modo episodico, ma secondo criteri validi e universalmente condivisi. Si è fatta strada l’esigenza di un “tempo forte” dedicato alla missione universale della Chiesa per tutto il popolo di Dio. Ecco che – dalla fine degli anni ’60 – un’intuizione dell’Opera della Propagazione della fede italiana fece sì che il mese di ottobre fosse dedicato interamente alla missione universale. Un mese scandito da un itinerario di cinque settimane di cui la Giornata Missionaria Mondiale, fissata per la penultima domenica di ottobre, costituisce il punto culminante del “Mese Missionario”. Questo “tempo forte” è promosso oggi dalle POM (Pontificie Opere Missionarie).

San Paolo VI affermava: «Come la respirazione non può mai interrompersi, pena la morte, cosi l’ansia missionaria non può limitarsi ad una sola giornata annuale, se non si vuole correre il rischio di compromettere l’avvenire della Chiesa e la nostra stessa esistenza cristiana». Per tale motivo, nell’importante documento post-conciliare Ecclesiae Sanctae si afferma che la Giornata Missionaria Mondiale deve essere l’espressione spontanea di uno spirito missionario, tenuto vivo tutti i giorni mediante orazioni e sacrifici quotidiani.

Le Motivazioni di fondo dell’Ottobre Missionario sono:

  1. Vivere un tempo di graziaper sollecitare la comunità cristiana e ciascun credente ad un “profondo rinnovamento interiore”  e ad un recupero della vocazione battesimale-missionaria;
  2. Dare alla nostra fedeun respiro davvero “cattolico” e universale, assumendoci le nostre responsabilità per superare ogni particolarismo, ogni chiusura e ogni tentazione di ripiegamento pastorale.

Gli obiettivi specifici di questo tempo dedicato alla Missione, sono i seguenti:

Per quest’anno, con il Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, Papa Francesco ha indetto l’Ottobre Missionario Straordinario con queste parole: «Cari fratelli e sorelle, per il mese di ottobre del 2019 ho chiesto a tutta la Chiesa di vivere un tempo straordinario di missionarietà per commemorare il centenario della promulgazione della Lettera apostolica Maximum illud del Papa Benedetto XV (30 novembre 1919). La profetica lungimiranza della sua proposta apostolica mi ha confermato su quanto sia ancora oggi importante rinnovare l’impegno missionario della Chiesa, riqualificare in senso evangelico la sua missione di annunciare e di portare al mondo la salvezza di Gesù Cristo, morto e risorto.

Il titolo del presente messaggio è uguale al tema dell’Ottobre missionario: Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo. Celebrare questo mese ci aiuterà in primo luogo a ritrovare il senso missionario della nostra adesione di fede a Gesù Cristo, fede gratuitamente ricevuta come dono nel Battesimo. La nostra appartenenza filiale a Dio non è mai un atto individuale ma sempre ecclesiale: dalla comunione con Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, nasce una vita nuova insieme a tanti altri fratelli e sorelle. E questa vita divina non è un prodotto da vendere – noi non facciamo proselitismo – ma una ricchezza da donare, da comunicare, da annunciare: ecco il senso della missione. Gratuitamente abbiamo ricevuto questo dono e gratuitamente lo condividiamo (cfr Mt 10,8), senza escludere nessuno. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi arrivando alla conoscenza della verità e all’esperienza della sua misericordia grazie alla Chiesa, sacramento universale della salvezza (cfr 1 Tm 2,4; 3,15; Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 48).

È un mandato che ci tocca da vicino: io sono sempre una missione; tu sei sempre una missione; ogni battezzata e battezzato è una missione. Chi ama si mette in movimento, è spinto fuori da sé stesso, è attratto e attrae, si dona all’altro e tesse relazioni che generano vita. Nessuno è inutile e insignificante per l’amore di Dio. Ciascuno di noi è una missione nel mondo perché frutto dell’amore di Dio. Questa vita ci viene comunicata nel Battesimo, che ci dona la fede in Gesù Cristo vincitore del peccato e della morte, ci rigenera ad immagine e somiglianza di Dio e ci inserisce nel corpo di Cristo che è la Chiesa. Il Battesimo infatti è promessa realizzata del dono divino che rende l’essere umano figlio nel Figlio. Siamo figli dei nostri genitori naturali, ma nel Battesimo ci è data l’originaria paternità e la vera maternità: non può avere Dio come Padre chi non ha la Chiesa come madre (cfr San Cipriano, L’unità della Chiesa, 4).

Così, nella paternità di Dio e nella maternità della Chiesa si radica la nostra missione, perché nel Battesimo è insito l’invio espresso da Gesù nel mandato pasquale: come il Padre ha mandato me, anche io mando voi pieni di Spirito Santo per la riconciliazione del mondo (cfr Gv 20,19-23; Mt 28,16-20). Al cristiano compete questo invio, affinché a nessuno manchi l’annuncio della sua vocazione a figlio adottivo, la certezza della sua dignità personale e dell’intrinseco valore di ogni vita umana dal suo concepimento fino alla sua morte naturale».

La nostra Diocesi di Pozzuoli celebra ogni anno solennemente la Giornata Missionaria Mondiale con una Veglia presieduta dal vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, il penultimo sabato di ottobre. Quest’anno si terrà nella Parrocchia S. Gioacchino, a Bacoli, sabato 19 ottobre, alle ore 19,30.

Ricordandoci, con le parole del Concilio, che “la Chiesa o è missionaria o non è”, auguro a tutti un proficuo Ottobre Missionario. E che sia, come ci chiede il Papa, realmente straordinario.

 

don Pasquale Mancuso

direttore dell’Ufficio Missionario Diocesi di Pozzuoli

***

«Il mese di ottobre deve essere considerato, in tutti i paesi, come il mese della Missione Universale. La penultima domenica è chiamata Giornata Missionaria Mondiale e costituisce l’apice della festa della cattolicità e della solidarietà universale».

Giovanni Paolo II, 1980





Exit mobile version