Diverse sono state le tappe che hanno accompagnato la stesura di questa nuova Lettera apostolica. Significativo il primo storico viaggio fuori le mura del Vaticano, l’8 luglio 2013, quando va a Lampedusa per denunciare la «globalizzazione dell’indifferenza» che rende insensibili alle grida degli altri, gettando una corona di fiori in mare, nel ricordo dei morti annegati. Una denuncia inascoltata e profetica, perché in quel mare si consuma una tragedia il 3 ottobre dello stesso anno (il naufragio di un’imbarcazione libica provoca la morte di ben 368 migranti e circa 20 dispersi presunti). Lo scorso anno è stato segnato dal “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, che Bergoglio ha firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019, nel suo viaggio apostolico negli Emirati Arabi, insieme al Grande Imam di Al-Azhar Ahamand al-Tayyb: una pietra miliare nei rapporti tra islam e cattolicesimo, un invito alla riconciliazione e alla fratellanza.
Il titolo dell’enciclica “Fratelli tutti” rimanda agli scritti di san Francesco. Al poverello d’Assisi è ispirato tutto il pontificato. Basta ricordare la scelta del nome: «Nell’elezione – ha raccontato lo stesso Bergoglio – avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi».
La terza enciclica, che inizia con le parole “Fratelli tutti” (tratte dall’esortazione contenuta nelle Ammonizioni di San Francesco d’Assisi, “Fratres omnes”), segue la Lumen Fidei (29 giugno 2013) e la Laudato Si’ (24 maggio 2015), un invito al rispetto e alla cura della “Casa comune”, richiamando il cantico di San Francesco, “esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità”.
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TESTO ENCICLICA “FRATELLI TUTTI”