Partecipazione e democrazia. Incontro ad Assisi per metterci in cammino verso Trieste





Si è svolto ad Assisi l’ottavo seminario nazionale degli uffici diocesani di pastorale sociale e del
lavoro, sul tema “Al cuore della partecipazione. In cammino verso Trieste”. Si sono susseguite
giornate ricche di relazioni e approfondimenti su tematiche quali ecologia integrale e lavoro,
momenti di spiritualità, ma anche laboratori nei quali è stato sperimentato il metodo di lavoro che
verrà utilizzato dai delegati della 50a Settimana Sociale che si svolgerà a Trieste nel mese di luglio.
“Il tema del metodo non è secondario – ha sottolineato don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio
nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei – perché il metodo è anche già un contenuto,
cioè ci permette di far capire che ogni persona, in qualche modo, può offrire un contributo al bene
comune. L’elemento interessante è che la partecipazione democratica si lega alla competenza di
ciascuno sulla vita, non solo sui temi sociali. In questi giorni ad Assisi abbiamo provato a dire che
questa competenza la dobbiamo condividere con tutti, facendo in modo che ciascuno offra la sua
per il bene comune, per la crescita della nostra democrazia. Ne abbiamo bisogno, anche per la vita
ecclesiale”.
Al convegno ha partecipato una delegazione delle diocesi di Pozzuoli e di Ischia, con i responsabili
degli uffici di pastorale sociale e del lavoro, Marianna Sasso, Pina Trani e Gennaro Campanile, con
l’addetto stampa e direttore editoriale di Segni dei Tempi, Carlo Lettieri.
Come è stato sottolineato durante i diversi interventi, gli ambiti che oggi devono essere posti
maggiormente al centro dell’interesse generale, sono rappresentati da: lavoro (papa Francesco
nella Evangelii Gaudium, 192, scrive che “nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale,
l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita”); economia, che deve essere
attenta alla persona, alla gratuità, alla fiducia (“Non di solo pane vivrà l’uomo” – Mt 4,4); politica,
concepita alla luce di «colui che serve» (Lc 22,26), come arte del servizio al bene di noi-tutti;
impegno cristiano per la giustizia e la pace (come sottolinea Bergoglio, “occorrerà fare
appello ai credenti affinché siano coerenti con la propria fede e non la contraddicano con le loro
azioni”); coltivare e custodire il creato (sempre il pontefice evidenzia che “la cultura ecologica
non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo
al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e all’inquinamento. Dovrebbe essere
uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una
spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico”).
Per il direttore nazionale bisogna passare “dal registro della lamentela” alla valorizzazione delle
“nuove forme di partecipazione che sono presenti nei nostri territori e nelle nostre comunità,
luoghi di partecipazione che meritano di essere conosciuti e proposti proprio perché ci dicono come
tante persone si stiano spendendo per gli altri e cerchino in qualche modo di dare risposte ai
problemi del nostro tempo”.
«Nella Settimana Sociale – ha specificato don Bignami – non ci saranno dei documenti predisposti
da approvare, anzi, c’è la volontà di ascoltare, di partecipare e di partire dai contenuti che
emergeranno in quei giorni. La partecipazione non è poco, ed è in coerenza con il cammino
sinodale della Chiesa italiana. Il ruolo dei cattolici emerge dalla loro disponibilità a mettersi in
gioco. I cattolici possono fare molto perché hanno una responsabilità che deriva anche da un senso
profondo della fede che diventa vocazione della storia. Nella fedeltà a Cristo e al messaggio
cristiano nasce poi la capacità di impegno concreto nella storia, che può svilupparsi nell’economia,
nella società, nella politica e negli ambiti più vari».

 

 

 

 





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