«Il carcere? Non è la sola possibilità che i condannati per reati minori hanno a disposizione. Non è sempre la porta della galera che si apre per alcuni tipi di condannati. Molti possono svolgere un servizio alternativo nelle nostre parrocchie». Parla Antonio Altieri, ex dipendente del comune di Pozzuoli, ora pensionato e collaboratore di don Fernando Carannante direttore della pastorale carceraria. Altieri dal 2012 segue in prima persona tutte le pratiche di disponibilità che le parrocchie della diocesi offrono per chi è condannato a scontare la pena prestando la propria attività nei servizi sociali. «Dal 2012 ad oggi abbiamo dato 123 disponibilità – spiega Altieri -in circa trentacinque centri. Si tratta quasi sempre di parrocchie del territorio diocesano e qualche struttura privata, come la Pro Handicap che opera a Bacoli e a Monte di Procida. Possiamo dire che oltre il cinquanta per cento delle disponibilità sono andate a buon fine. Ciò significa che la nostra proposta è stata vagliata dall’organo giudiziario preposto, l’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna, il quale ha espresso parere favorevole. Venticinque disponibilità si sono concluse; ciò significa che la persona ha scontato completamente la pena nelle nostre parrocchie. Alcuni hanno prestato il servizio nelle opere segno della Caritas diocesana come il poliambulatorio San Marco».
Ecco un identikit di queste persone: sia uomini che donne, c’è poca nella differenza di sesso. I reati: moltissimi guidano in stato di ebbrezza (in Italia le leggi sono molto severe e i parametri abbastanza bassi: basta alzare un po’ il gomito e si commette reato). Ad essere coinvolti in questo tipo di reati anche molti professionisti che, dopo una cena di lavoro o tra amici, sono fermati dalla polizia stradale che effettua il test con l’etilometro. Poi ci sono altri reati come la pirateria informatica. «Non parliamo dei dvd venduti in strada – continua Altieri – ma anche la semplice operazione di scaricare da internet musica e film. A commettere il reato sono spesso giovani che non sanno che ci sono leggi severe e che la polizia postale effettua controlli continui». Tra i reati da aggiungere alla lista c’è il commercio su siti stranieri che equivale ad evasione fiscale, allacci alla corrente abusiva, false dichiarazioni, abusivismo oppure guida dopo aver fatto uso di droghe cosiddette “leggere”. Le persone soggette a questo particolare regime sono impegnate prevalentemente in lavori di piccola manutenzione, pulizia, cura del verde, sistemazione di archivi e biblioteche e attività di portierato. Ovviamente la scelta viene calibrata anche sulle competenze e sulle esperienze lavorative. La vigilanza non cade sulla organizzazione per cui, solo in caso di assenza, sarà possibile segnalare la situazione alle forze dell’ordine. Sono invece queste ultime ad effettuare controlli periodici. La durata del servizio è rapportata a quella della eventuale detenzione. Ed è sempre il giudice a stabilire i tempi.
Ciro Biondi