A Pozzuoli la casa per donne in difficoltà delle Suore Vincenziane





Accogliere, ascoltare, comprendere e non giudicare. Un lavoro difficile ma che grazie all’amore diventa più semplice. È la missione delle Figlie della Carità dell’Accoglienza Vincenziana di Pozzuoli. Un grande impegno per le suore che aiutano le donne, insieme ai loro figli, ad uscire dalle difficoltà per favorire l’inserimento nella società e farle vivere una vita normale. L’obiettivo dell’opera è abituare le mamme alla genitorialità, scaricare la violenza accumulata. Da qualche tempo, oltre alle ragazze madri, vengono accolte donne vittime di violenza. Quattro suore si occupano dell’Istituto: la superiora suor Concetta Mattiello, assistente sociale, suor Angela Pone, infermiera pediatrica, suor Lea Rocco, assistente sociale e suor Margherita Piccinno, insegnante che si occupa del nido, attivo per i bambini da 0 a 3 anni. «Prestiamo attenzione alle loro storie, non le facciamo sentire giudicate – dice suor Concetta –  Il loro passato è sempre stato difficile. Si parla spesso di prostituzione, sfruttamento. Noi le vogliamo far sentire accolte, aiutate; vogliamo dare loro affetto, rispetto». Il percorso di una donna con uno o più bambini è seguito attentamente dal primo all’ultimo giorno di permanenza dalle suore, dalle vigilatrici e dalle volontarie. Le donne hanno a disposizione un miniappartamento che assicura la privacy e crea l’intimità familiare, con aree di gioco per i bambini. Dopo aver riassettato gli ambienti ci sono i momenti comunitari come la preparazione a turno dei pasti. Il percorso deve rendere le donne indipendenti. Per questo sono attivi laboratori che possano impegnarle e allo stesso tempo dare loro la possibilità di imparare a fare cose nuove. «Quando ce lo chiedono – continua suor Concetta – le iscriviamo a dei corsi pagati; da noi c’è una ragazza che ha chiesto di frequentare il corso di estetista. Alcune svolgono lavori per la Casa che noi retribuiamo regolarmente, come se fossero personale esterno. Una nostra ragazza si sta specializzando in preparazione di dolci ed ha partecipato anche ad alcuni eventi gastronomici». Le suore si confrontano quotidianamente con problemi come l’aborto. «Quando arrivano delle persone che hanno intenzione di abortire noi le invitiamo alla riflessione – conclude suor Concetta – quando poi nascono i bambini arriva la gioia». Dal 2008 ad oggi sono state ospitate 41 donne (sia italiane che straniere), insieme ai loro bambini. Le italiane sono principalmente campane ma il Tribunale – a cui spettano le decisioni – invia a Pozzuoli persone provenienti da altre regioni. I fondi arrivano dai comuni di residenza così come prescrive la Legge in Italia. Per gli stranieri invece è la comunità religiosa che si fa carico delle spese.

Ciro Biondi

 

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La Casa Pio XII e i legami con il territorio

Non solo attenzione ai bambini e alle mamme. Le attività delle Figlie della Carità di Pozzuoli sono anche altre. Ad occuparsi principalmente della Casa Pio XII ci sono quattro suore. Suor Giuseppina Altadonna e suor Caterina Albanese collaborano in varie attività. Suor Grazia Quirino collabora con i padri Cappuccini del Santuario di san Gennaro e segue la cappella costruita qualche anno fa dai frati al Rione Solfatara: un piccolo e caratteristico edificio in legno. Suor Lucrezia Casale insieme a due laici si occupa del Centro di Ascolto aperto al pubblico due volte a settimana e segue altre attività come le visite domiciliari, l’assistenza ai disabili, il banco alimentare e il Volontariato Vincenziano. La Casa è aperta ad altre realtà del territorio e soprattutto a coloro i quali vogliono prestare la loro opera di volontariato secondo gli insegnamenti del fondatore ed ispiratore, il sacerdote francese san Vincenzo de Paoli.

C’è una collaborazione con alcune realtà diocesane di Pozzuoli, soprattutto con la vicina parrocchia di santa Maria della Consolazione – il “Carmine” dei puteolani – e la parrocchia del Sacro Cuore ai Gerolomini, il cui parroco, don Mario Russo, oltre a seguire le attività spirituali della Casa, si occupa anche di raccogliere beni per le suore e le loro ospiti, grazie alla collaborazione attiva del diacono Giuseppe Renzi.

Negli ultimi anni si sono consolidati i rapporti con la parrocchia di santa Maria del Buon Consiglio nel Rione Lauro a Fuorigrotta. Tanti i rapporti di collaborazione con la Caritas diocesana e con alcune scuole del territorio.

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La lunga storia dell’accoglienza vincenziana

Negli anni ’50 Alfonso Castaldo, Amministratore Apostolico di Pozzuoli, arcivescovo titolare di Tessalonica e coadiutore dell’arcivescovo di Napoli acquistò Villa Resia, comunemente chiamata il “Castello”, che diventerà Casa Pio XII. Nella struttura furono ospitate le prime Figlie della Carità, tra cui suor Caterina Napoli che qui è rimasta fino all’11 gennaio del 2013 – dies natalis – dopo 61 anni di ininterrotto servizio. Nel 1954 iniziarono i lavori per la costruzione degli altri edifici dell’Istituto che venne dedicato a Santa Maria Immacolata. I lavori terminarono agli inizi del 1958 e il 18 aprile vennero accolte le prime bambine. Dopo alterne vicende dovute anche al fenomeno bradisismico nel 2008, a distanza di cinquanta anni dalla fondazione e grazie all’impegno di suor Giovanna Pantaleo, nasce l’Accoglienza Vincenziana per gestanti, mamme e bambini. La scelta di questo servizio emerge da una riflessione della Casa Generalizia con sede a Parigi e dalla volontà delle Figlie della Carità della Provincia di Napoli da cui dipendono le Case di tutto il Sud Italia. L’impegno delle Figlie della Carità per la comunità flegrea è continuato ininterrottamente in tutti questi anni. Non si è fermato davanti alle difficoltà dovute alle emergenze sismiche degli anni ’70 e ’80 e alla crisi economica che coinvolge sempre di più le fasce deboli della popolazione. Si può dire dire che il carisma della carità si rinnova, si amplia, si rafforza nonostante le difficoltà e la cronica mancanza di risorse.

 





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