Nella zona dei Campi Flegrei sono state portate avanti nei giorni scorsi delle attività di trivellazione del sottosuolo che hanno destato non poche preoccupazioni ai cittadini flegrei. Trivellazione a seguito della quale si sono scatenate fumarole alte dieci metri in via Scarfoglio. – “Siamo preoccupati, in molti avvertono forte bruciore alla gola, temiamo si tratti di sostanze nocive” hanno dichiarato i comitati civici sul piede di guerra.
Si tratta del Progetto Geogrid – finanziato con fondi europei e regionali che vede la partecipazione, tra gli altri, delle università Federico II, Parthenope, Vanvitelli, del CNR, dell’INGV e della società Graded – finalizzato allo studio, all’analisi e all’utilizzo della risorsa geotermica per la realizzazione di un impianto di produzione di elettricità.
“Da giorni in via Scarfoglio ad Agnano, continuano a levarsi fumarole da un geiser artificiale situato in un cantiere già tristemente famoso per aver avviato un progetto di trivellazioni in una delle aree a maggior rischio sismico del mondo, inserita nel Piano di emergenza nazionale del rischio vulcanico. Deve essere fatta chiarezza una volta per tutte su chi abbia autorizzato le trivellazioni. I tecnici, dopo il sequestro disposto dal comune di Pozzuoli, hanno lasciato aperte le fumarole dalle quali fuoriesce un getto potente e sempre attivo che proietta nell’aria un condensato che si deposita sulle auto oltre a un insopportabile odore di zolfo. Non si hanno informazioni sulla composizione chimica dei gas sprigionati né sulla composizione del condensato. Da non sottovalutare la pericolosità dei fanghi prodotti il cui smaltimento richiede una specifica procedura. Abbiamo chiesto all’Arpac, alla Regione e alla Protezione Civile nazionale di verificare subito la pericolosità delle sostanze che escono attraverso le analisi del terreno e dell’aria affinché non venga messa a repentaglio la salute e l’incolumità dei cittadini. Tutti elementi che sono per noi fonte di grande preoccupazione e per i quali chiediamo la massima trasparenza“. ha detto Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi e componente della Commissione Sanità, che ha effettuato un sopralluogo nell’area interessata con il vulcanologo, prof. Mastrolorenzo, e con i comitati civici.
E’ elevato il rischio che le trivellazioni, per fortuna sospese, nell’area dei Campi flegrei possano aver provocato danni irreversibili in una zona a così alto rischio sismico”. E’ l’allarme lanciato dalla consigliera regionale M5S Maria Muscarà, intervenuta nella vicenda delle perforazioni avvenute in via Scarfoglio che hanno provocato le proteste degli abitanti della zona Agnano-Pisciarelli.
“Abbiamo trovato solo un decreto dirigenziale – rivela Muscarà – risalente al 2018, dove si evince che la Regione ha dato il via a un progetto di ricerca e Innovazione geotermica che riguarda delle perforazioni in un’area fortemente compromessa come quella in questione, dove già in passato sono stati bocciati in sede di valutazione ambientale progetti pilota di geotermia a causa della riconosciuta criticità sismica e idrogeologica della zona. Una disposizione inaccettabile”.
Il progetto, autorizzato illo tempore dagli uffici regionali, è stato sospeso nei giorni scorsi dal sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, in quanto le trivellazioni avevano allarmato non poco i residenti di via Scarfoglio: «Con un intervento della polizia municipale, questa mattina è stata sospesa ogni attività. Su questo tema, con la Giunta e con il Consiglio, mi ero già espresso nel 2015 – ha detto Figliolia – dando parere negativo alla realizzazione di un impianto geotermico pilota con precise delibere. Ed in base a queste delibere ho chiesto ufficialmente all’assessore regionale alle Attività produttive e alla ricerca scientifica, Antonio Marchiello, di revocare anche l’autorizzazione della Regione Campania per tale opera». Ribadito il parere negativo: «Per la sicurezza e la salute dei cittadini di Pozzuoli avevamo confermato a più riprese, così come facciamo oggi, di disincentivare l’utilizzo di tecnologie che prevedono scavi profondi e reiniezione in pressione del fluido geotermico estratto, per tutelare la comunità residente sul territorio, coerentemente anche in base al Piano di Protezione Civile previsto per la caldera dei Campi Flegrei».