I vescovi della Campania, riuniti nella Conferenza Episcopale guidata da monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, chiedono ulteriori controlli e maggiore sorveglianza sul rapporto tra rifiuti e l’aumento dei tumori, in particolare in alcune zone della regione maggiormente a rischio.
Si prende atto dello studio epidemiologico e sanitario, commissionato dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord e realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, “finalizzato allo scambio di dati e di informazioni derivanti dalla sorveglianza epidemiologica della popolazione residente nel Circondario di Napoli Nord, con riferimento agli eccessi della mortalità e dell’incidenza tumorale”.
«Nel Rapporto – affermano i vescovi campani (nella foto durante un incontro svolto a maggio 2020) – si riconosce, per la prima volta, “un possibile ruolo causale e/o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, nell’insorgenza di queste malattie”. È la conferma, da parte di indiscusse autorità, di quanto la popolazione ha percepito da tempo.
Auspichiamo che tale esempio virtuoso di collaborazione tra Enti ed Istituzioni possa continuare e chiediamo che si estenda il monitoraggio sugli altri territori interessati all’inquinamento ambientale, sviluppando un sistema di sorveglianza epidemiologica in particolare nelle province di Napoli e Caserta».
La Cec chiede con urgenza di bloccare qualsiasi attività illecita e non controllata di smaltimento di rifiuti, bonificare i siti, incentivare un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti, attivare un piano di sorveglianza epidemiologica permanente per le popolazioni, sviluppare attività educative alla corresponsabilità.
Una riflessione sulle tematiche sarà al centro di un convegno nazionale che si terrà ad Acerra il 17 aprile, dal titolo “Custodire le nostre Terre. Salute, ambiente, lavoro”, promosso dalla Cei e dai vescovi della Campania (programma e info per seguire l’incontro on line).