Nel castello aragonese di Baia, sabato 27 ottobre è stata inaugurata la mostra “Il visibile, l’invisibile e il mare”, organizzata per celebrare il ritorno della statua di “Zeus in trono”, rimasta in esposizione per 25 anni (dal 1992 al 2017) presso il Getty Museum di Los Angeles. Ritrovata sicuramente nel mare di Baia, come testimonia un frammento di marmo successivamente emerso, era finita in un giro di ricettazione ed è stato possibile riportarla in Itala grazie all’impegno diplomatico degli inquirenti, della Magistratura e del Ministero dei Beni Culturali. La statua, alta 74 cm, presenta un lato ricoperto da incrostazioni marine, mentre l’altro è perfettamente liscio, segno evidente che in parte era ricoperta da sabbia.
Viene esposta all’interno della sala “Polveriera” del Museo Archeologico dei Campi Flegrei, nel Castello di Baia, insieme ad altre undici opere inedite, tra cui un capitello degli Augustali di Miseno, trafugato negli anni passati e ritrovato grazie al lavoro certosino della squadra beni culturali dei Carabinieri. «Il ritorno della statua di Zeus qui a Baia – ha detto Paolo Giulierini, direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei – è un segnale di compattezza tra i cittadini e lo Stato. Questo momento non è fine a se stesso ma ci consente di mostrare il lavoro svolto in questi nove mesi e soprattutto di fissare le prossime tappe: aprire il sacello degli Augustali a Baia e la grotta di Cocceio (aperture previste rispettivamente entro i mesi di maggio e di giugno del prossimo anno), far ripartire la candidatura Unesco per il patrimonio dei Campi Flegrei». Per porre a regime l’intero sistema si possono spendere fondi per 38 milioni di euro «che potranno dare forma e concretezza a tutto il lavoro avviato», ha concluso Giulierini.
Silvia Moio