Seminaristi di Locri a Pozzuoli e Napoli, in visita alle opere di carità





Visita alle opere di carità e ai siti archeologici: una particolare vacanza-studio a Pozzuoli è stata vissuta da sette seminaristi della diocesi di Locri – Gerace, accompagnati dal vescovo, monsignor Francesco Oliva, e dal rettore del seminario, don Nicola Commisso. È stato proprio il presule a volere questo incontro tra Chiese sorelle: un modo per far conoscere ai giovani calabresi realtà impegnate nel sociale.

Per una settimana – la prima di agosto – i seminaristi sono stati ospiti a Casa Zaccheo, un luogo di accoglienza e spiritualità voluto da don Michele Cavallo nella parrocchia di san Michele Arcangelo al Rione Toiano. La Casa ospita incontri di piccoli gruppi per praticare esercizi spirituali e vivere momenti di condivisione.

«I seminaristi – ha spiegato don Michele – hanno intrapreso un percorso pastorale che li ha portati a conoscere alcune realtà della nostra diocesi. Hanno visitato il Centro Educativo Regina Pacis di Quarto e sono stati guidati dai volontari dell’associazione Nemea alla riscoperta del Rione Terra e del Duomo. Hanno visitato anche l’Anfiteatro Flavio e gli scavi archeologici di Cuma; luoghi importanti per la storia del primo cristianesimo. Hanno poi conosciuto realtà come la Casa Arcobaleno di Scampia dei Fratelli delle Scuole Cristiane, i lasalliani. Qui si sono intrattenuti con fratel Enrico e hanno scoperto l’impegno della Chiesa in una realtà molto particolare della periferia di Napoli».

«Il nostro vescovo è stato con noi tutta la settimana e ci ha accompagnato in questa bella esperienza – ha spiegato don Nicola Commisso, il rettore del seminario di Locri-Gerace – abbiamo tratto molti stimoli osservando i problemi che ci sono in queste realtà ma visto anche i tanti impegni della Chiesa locale. La speranza è tanta. I seminaristi hanno potuto avere una buona occasione per capire che alcune scelte pastorali adottate dal nostro vescovo sono simili a quelle di altre realtà del Sud e di area metropolitane come quella di Napoli. Abbiamo conosciuto nuovi aspetti della dimensione sociale della Chiesa, una Chiesa aperta e accogliente come ci indica papa Francesco».

La Diocesi calabrese – centoventimila battezzati – ha problemi simili anche se in dimensione ridotta: criminalità, disoccupazione, disagio sociale. Forte è l’impegno della Chiesa locale contro le mafie. Dal 1994 al 2007 ha retto la diocesi monsignor Giancarlo Maria Bregantini, oggi arcivescovo di Campobasso, ospite qualche anno fa della Diocesi di Pozzuoli per un’iniziativa sul lavoro.

«Nella nostra diocesi – ha sottolineato don Nicola – abbiamo tantissimi beni confiscati alla criminalità, utilizzati da alcune parrocchie per fini sociali e la catechesi. A gestirli ci sono spesso alcune cooperative nate nell’ambito cattolico».

Ciro Biondi

 

  





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