Siamo tutti in cerca di un’estate di sana inquietudine. Buone vacanze ai nostri lettori





Lo confesso: sono in difficoltà. Devo scrivere questo fondo di tremila battute, e il tema concordato con il Direttore è una riflessione sul prossimo periodo di vacanze estive. Magari sottolineando che questo periodo arriva alla fine di un anno molto, ma molto difficile, sotto tutti i punti di vista. E che le vacanze, poi, non sono per tutti, visto anche l’aumento dei prezzi nelle località turistiche, giustificato con la pandemia: oddìo, mi sa che tra un po’ il coronavirus sarà colpevole di ogni minima cosa, ormai abbiamo trovato la scusa buona! Avrei concluso, dunque, stigmatizzando il fatto che alla fine a pagare il prezzo davvero più alto di tutti sono sempre i poveri, gli anziani abbandonati a se stessi, i disagiati, quelli che davvero la vita se la faticano e non riescono ad arrivare a fine mese, le persone più fragili e sole insomma…

Ecco, più o meno avrei detto queste cose, in un numero di battute triplo di quelle che ho usato finora. E allora, dov’è la difficoltà?, mi chiederete. Nella sensazione di disagio che ho avvertito non appena mi sono messo a scrivere. Una sensazione che nasce da tante considerazioni, non ultima quella che scaturisce dal fatto che sono andato a rileggere ciò che scrivevo un anno fa e mi è sembrato ancora attuale, avrei potuto copiarlo e nessuno se ne sarebbe accorto. Della serie: in un anno è cambiato davvero ben poco! Una sensazione di disagio provocata anche dal fatto che a mio parere ci siamo lasciati scappare l’occasione di fermarci davvero a riflettere sulle tante storture e ingiustizie di questo mondo, per metterci mano e cercare di porci rimedio. E provocata anche dal fatto che abbiamo sfiorato l’abisso (sfiorato? Beh, con circa 130.000 morti per Covid dal febbraio dello scorso anno, direi che comunque ci siamo finiti dentro), ma questo non ci ha cambiati, non è andato “tutto bene”. E perché mai avrebbe dovuto? In fondo, nella storia, quante pandemie, pestilenze, sciagure gravi sono accadute, e quante hanno davvero cambiato il cuore dell’uomo? Ci ha spaventati la rapidità e la globalità di questa crisi, ma è il mondo di oggi, amici miei, nulla di più: oggi si viaggia in jet e nei secoli scorsi in velieri, ma la differenza è tutta qui.

Queste considerazioni, e molte altre, sono la causa del disagio, dell’inquietudine di cui dicevo prima. Mi sembra che tutti, senza eccezioni, ci stiamo comportando come quei personaggi di un film che, scampato il pericolo, festeggiano… senza accorgersi che il pericolo è ancora lì, anzi è diventato ancora più letale. Qualcuno dirà che sono forse troppo pessimista, o forse che mi ero illuso troppo. Può darsi. Ma se qualcuno tra voi lettori si è fermato a considerare questo tempo, quello che abbiamo vissuto dal febbraio 2020 (e che stiamo ancora vivendo, non illudiamoci), e proverà la mia stessa inquietudine, il mio stesso disagio, e anche il mio desiderio profondo di fare di tutto perché quest’occasione di cambiamento non vada perduta… allora queste righe hanno ottenuto il loro scopo. Per questo, le ho scritte: perché la nostra sia un’estate di sana inquietudine e di rinnovata volontà di cambiare le cose. Buone vacanze!

 





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