Soccavo nel ricordo della beata Maria Luigia Velotti. Missione per giovani, disabili e poveri





La Diocesi di Pozzuoli ha tra i suoi figli una nuova beata. È suor Maria Luigia Velotti del Santissimo Sacramento, fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane Adoratrici della Santa Croce. La “monaca santa”, nacque a Soccavo il 16 novembre del 1826. È la prima beata donna della Diocesi e fa parte della schiera di testimoni moderni della fede insieme al beato don Giustino Maria Russolillo della Santissima Trinità fondatore della Società delle Divine Vocazioni e alla venerabile madre Ilia Corsaro fondatrice della Congregazione delle Suore Piccole Missionarie Eucaristiche. Insieme rappresentano un esempio forte per tutta la comunità. Suor Maria Luigia ha vissuto a Soccavo soltanto i primissimi anni di vita ma qui ha ricevuto il battesimo e adesso la comunità di Soccavo è orgogliosa di averne dato i natali. La celebrazione per la beatificazione è avvenuta sabato 26 settembre nel Duomo di Napoli a cui ha partecipato monsignor Gennaro Pascarella, vescovo di Pozzuoli. Ha ricordato il cardinale Crescenzio Sepe nella sua omelia: «Maria Velotti, inserita nella storia religiosa e sociale dell’Ottocento napoletano e campano, divenne per la gente del tempo un modello di virtù e di santità di vita. Ella, ancora oggi, si rivolge a noi mostrandoci il valore della contemplazione del Cristo nel dono della Croce». La piccola suora – che trascorse molti anni della sua vita su una sedia a rotelle – fu una donna che non si risparmiò nell’aiuto concreato dei più fragili: «Nel corso della sua travagliata esistenza – ha detto il cardinale – si è aperta gradualmente all’amore verso gli altri, mettendosi al servizio dei poveri, degli indigenti, dei sofferenti nello spirito, va­lorizzando quanti erano ai margini della società». La madre fondatrice operò nei quartieri come Miano e Materdei. A Casoria ebbe modo di conoscere grandi personaggi che hanno segnato la storia della cristianità in Campania. Ebbe contatti con futuri santi come padre Ludovico fondatore delle suore bigie, Giulia Salzano fondatrice della congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore e Maria Cristina dell’Immacolata Concezione fondatrice delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato. Oggi le suore Adoratrici della Santa Croce di madre Maria Luigia sono circa 300 ed operano in venticinque case in tutto il mondo. Il miracolo su cui si fonda il processo di beatificazione avvenne nel 1926. Protagonista un uomo di Casoria che aveva contratto una pleuro-polmonite, all’epoca considerata a rischio di morte. La moglie pregò sulla tomba di madre Maria Luigia per chiedere l’intercessione. Al ritorno della moglie a casa il marito era guarito. Il processo sull’”eroicità” inizia nel 1927. Nel 2016 papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui venne dichiarata Venerabile. Nel 2019, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui la guarigione del 1926 era da ritenere un miracolo attribuito all’intercessione di madre Maria Luigia. La sua memoria liturgica è stata fissata al 2 settembre.

Ciro Biondi

 

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Intervista don Emmanuele Forza

 

Don Emmanuele Forza è il viceparroco della chiesa dei santi Apostoli Pietro e Paolo di Soccavo. L’antica chiesa custodisce la fonte battesimale dove nacque a nuova vita la piccola Maria Velotti. «Noi qui a Soccavo abbiamo ancora la grazia ad avere i parenti diretti – racconta don Emmanuele – Giovanni Velotti è un suo discendente, ha circa novanta anni. Si chiama Giovanni e porta il nome di uno dei fratelli avuti dal padre nel primo matrimonio». Don Emmanuele è un esperto di agiografia e di reliquie. È lui che spiega il significato che ha per il quartiere avere tra i propri figli una testimone di fede.

Cosa resta a Soccavo di madre Maria Luigia?

«Mariella come veniva chiamata qui a Soccavo è stata pochissimo tempo qui. Aveva appena tre anni prima di trasferirsi da una zia, avendo perso entrambi i genitori. Ma ci è rimasto molto della sua presenza. Non abbiamo notizie di un suo ritorno nella terra natia, ma non possiamo nemmeno escluderlo».

Cosa significa per la nostra Diocesi?

«È un evento storico importantissimo per la nostra diocesi puteolana. La beata è nata qui, ha qui le sue radici di fede. È nata qui a vita nuova alla nostra fonte battesimale. Non ci sono beate nella diocesi di Pozzuoli. Abbiamo tanti santi ma che risalgono ai primi secoli del Cristianesimo. E negli ultimi secoli abbiamo avuto poche figure come il beato don Giustino Russolillo della Santissima Trinità e la venerabile madre Ilia Corsaro. Nei luoghi speciali come in questa parrocchia è stabilito che ogni 2 settembre si celebrerà la solennità a lei dedicata».

Che vuole dire la beatificazione per la parrocchia e il quartiere?

«È un modo attraverso il quale noi possiamo ancora di più spingere il nostro quartiere alla santità, oggi noi possiamo diventare santi perché una donna della nostra terra lo è diventato. Lo è diventato una donna semplice. Soprattutto per una parrocchia come questa che è molto orientata all’educazione dei ragazzi con l’esperienza dell’oratorio. È per noi un emblema perché madre Maria Luigia ha avuto un grande amore verso i ragazzi. Nonostante sia vissuta nell’800 molti pensano alle pratiche penitenziali, invece era una donna molto pratica che sapeva stare insieme ai ragazzi. Sono certa che lei oggi camminerà con il nostro oratorio aiutando molti giovani a formarsi. L’oratorio è il luogo della formazione spirituale e umana che fornisce ai giovani i mezzi per vivere in maniera speciale. Anche qui serpeggia il male. Ma qui c’è un luogo in cui i giovani possono trovare un’oasi di pace, altrimenti sarebbero in posti con persone che vogliono attirare dall’altra parte per incrementare il male. L’oratorio è quindi una forma di protezione per tutta la società. Maria Luigia ci offre l’input della nostra missione, giovani e poveri. Era una disabile. La nostra parrocchia ha tante esperienze con i disabili e li accompagna a vivere l’esperienza bella dell’incontro. Molte persone che si sono rivolte a Maria Luigia hanno sempre trovato una persona disponibile sorridente anche quando la malattia si aggravò».

 

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BIOGRAFIA

 

La beata Maria Luigia Velotti nacque a Soccavo, nella Diocesi di Pozzuoli il 16 novembre del 1826. Nasce lo stesso giorno in cui la Diocesi fa memoria del suo Santo patrono, san Procolo. La futura suora fu battezzata nella chiesa dei santi Apostoli Pietro e Paolo il giorno sesso della nascita. A due anni e mezzo perse entrambe i genitori, Francesco e Teresa Napolitano. Fu affidata ad una zia che viveva nel nolano. I rapporti con la parente non furono facili fin quando non venne accolta da una coppia di vicini, i coniugi senza figli Lorenzo Sabatino e Giuseppa Tuzzolo. Maturò il desiderio di seguire la vita religiosa. Fu seguita da due padri spirituali, don Domenico Piciocchi e il francescano padre Filippo Antonio da Domicella. Il 2 febbraio del 1853 vestì l’abito francescano nel convento di San Giovanni Evangelista a Taurano e visse come “monaca di casa”. Nel 1854 professò la Regola del Terz’Ordine francescano e si trasferì a Capodimonte. Iniziarono a manifestarsi fenomeni particolari: visioni di Cristo, della Madonna, di san Francesco, momenti di estasi e scontri con il demonio. La sua fama di santità si diffuse rapidamente e molte persone vollero conoscerla: tra questi il cardinale Sisto Riario Sforza. Si trasferì dalle suore teresiniane a Materdei dove incontrò la vedova Eletta Albini con la quale fondò la Congregazione delle Suore Francescane Adoratrici della Santa Croce. Le due donne vissero prima a Miano e poi di nuovo a Materdei dove arrivarono altre giovani. Nel 1884 si trasferirono a Casoria, al Ritiro di Santa Maria. Morì il 3 settembre 1886.

 

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Le reliquie

La parrocchia santi Apostoli Pietro e Paolo di Soccavo affidata al sacerdote don Vincenzo Cimarelli, sarà uno dei luoghi di pellegrinaggio per chi vorrà conoscere e pregare la beata Maria Luigia Velotti del Santissimo Sacramento. Dopo l’evento della beatificazione di fine settembre, tra le novità in parrocchia c’è il quadro della fondatrice che rappresenta una rarità: la “monaca santa”, come molti mistici del suo tempo evitava di farsi immortalare dalle fotografie, considerate occasioni di vanità. Per cui il quadro, opera dell’artista spagnolo Raul Berzosa, riprende quella che probabilmente è l’unica immagine fotografica della religiosa. Presumibilmente la foto è stata scattata tra 1880 e il 1884 quando la suora viveva ancora a Napoli prima di trasferirsi a Casoria. La tela è esposta nella chiesa dei santi Apostoli Pietro e Paolo di Soccavo, nella prima cappella a sinistra, accanto ai santi “moderni”: san Giovanni Bosco e san Domenico Savio. La chiesa di Soccavo custodirà anche due reliquie: un frammento di ossa, recuperato durante l’ultima ricognizione del corpo supervisionata da padre Gianni Califano e una ciocca dei capelli. «I capelli rappresentano per tutti noi, e per le donne in particolare, motivo di vanità – spiega don Emmanuele Forza – ecco perché al momento della consacrazione il rito del taglio dei capelli è considerato importante. Si rinuncia alla vanità e alla bellezza, poiché la vera bellezza è essere rivistiti di Cristo e la nostra vita è affidata nelle mani di Dio».

 





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