«Due nostre lavoratrici sono state forzatamente portate in Russia. I soldati russi la chiamano ‘evacuazione volontaria’ ma quando l’evacuazione è sotto la minaccia delle mitragliatrici non si può chiamare volontaria». Lo ha rivelato a Tv2000 il direttore della Caritas di Mariupol, fr. Rostyslav Spryniuk. Le due operatrici si erano rifugiate con i familiari nel centro Caritas che è stato colpito da un carro armato russo. «Si sono salvate – ha spiegato il direttore – perché si trovavano sotto le scale. Sono state coperte dalle macerie ma sono riuscite a scavarsi una via d’uscita. Non possiamo rivelare i loro nomi, per non metterle in pericolo».
Nella struttura, dove si erano rifugiati cittadini per ripararsi dai bombardamenti in atto, hanno perso la vita sette persone. La Caritas Italiana è vicina nella preghiera alla Caritas Ucraina per questo ulteriore terribile evento e per tutte le tragedie umanitarie che si stanno perpetrando nel paese.