Ascierto partecipa all’incontro Ucsi: “Dobbiamo continuare a fare attenzione”





Paolo Ascierto, direttore dell’Unità Operativa complessa Oncologia medica dell’Istituto nazionale Tumori della Fondazione Pascale, ha partecipato all’incontro on line organizzato dall’unione giornalisti cattolici.

Un evento realizzato sabato 23 maggio, in occasione della Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, sul tema dell’informazione durante l’emergenza coronavirus, guidato dal presidente dell’Ucsi Campania, Pino Blasi e dall’assistente spirituale, don Tonino Palmese.

Il professor Ascierto ha sottolineato l’importanza della diffusione di notizie corrette, precisando che – in situazioni delicate come questa inaspettata dell’epidemia da Covid 19 – persone che presentano false notizie, in ambito medico e nel mondo della comunicazione, possono creare danni. L’informazione deve essere chiara, soprattutto nella fase della ripresa dopo il periodo del lockdown.

Ascierto ha specificato che si potrebbe arrivare ad un vaccino nel mese di giugno 2021 e che a Napoli una sperimentazione sarà realizzata tra ottobre e novembre: «Con la vaccinazione si arriverebbe all’immunità di massa e alla normalità. Nel frattempo, dobbiamo continuare a fare attenzione. L’ideale sarebbe fare il tampone naso-faringeo di massa, ma non è possibile perché non ci sono tamponi a sufficienza, ci sono stati anche problemi nel reperire reagenti. Quindi il test sierologico può aiutare, perché ci dice se abbiamo o meno anticorpi e se siamo entrati in contatto con il virus. In questo caso, si procede con il tampone perché se l’infezione è ancora in corso, le persone vanno isolate immediatamente, per evitare di nuovo la diffusione”.

Il professore ha ricordato anche il rischio che si possa riprendere l’infezione: «Le persone che sono tornate positive dopo aver già contratto l’infezione, di sicuro non hanno sviluppato un ‘titolo anticorpale’ elevato». Ha sottolineato comunque che il Covid resta ancora ancora un “virus conosciuto poco”; non è quindi possibile avere certezze né che s’indebolisca con il caldo dell’estate né su una seconda ondata in autunno. «È chiaro che ci dobbiamo preparare – ha concluso -. Ciò che ha determinato tante vittime è che eravamo impreparati, ora siamo più organizzati, in ogni caso, teniamoci pronti».

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