L’educazione emotiva rappresenta uno dei più complessi processi educativi che investono la famiglia e la scuola fin dai primi anni di vita di un bambino. Quando il piccolo fa il suo primo ingresso a scuola si trova a dover affrontare il distacco dall’ambiente protetto della sua famiglia e il confronto con altri suoi simili. È in quel momento che nascono le prime forme di riconoscimento ed accettazione delle proprie emozioni: la consapevolezza di sé lo guiderà verso una consapevole accettazione dell’altro.
Nel mondo della scuola l’emotività gioca un ruolo fondamentale nel processo di apprendimento. Un bambino che vive con piacere il tempo scuola, sarà in possesso di una significativa motivazione allo studio. Se, di contro, l’ambiente scolastico sarà in prevalenza proiettato verso uno sterile trasferimento di contenuti, il bambino vivrà l’apprendimento come un animaletto chiuso in gabbia. Dalla gabbia rischierà di sviluppare sentimenti come l’inadeguatezza, la frustrazione, la svogliatezza.
Un bambino che vive in un ambiente dove le sue emozioni e i suoi sentimenti sono considerati come “unici” e “importanti” non avrà paura di affrontare le difficoltà del suo percorso scolastico e puntare al successo. Sarà disponibile al rispetto delle emozioni dell’altro, potrà esplorarne gli effetti e puntare alle offerte di aiuto verso il gruppo classe. L’empatia è il motore che consente a tutti gli studenti di rispettare l’altro e costruire autonomia: il docente è colui a cui è affidato il compito più difficile per il perseguimento di questo risultato.
Nei mesi di novembre e dicembre le classi quarte sez. A-B-C del 1° circolo didattico di Pozzuoli, plesso Marconi, in linea con gli obiettivi di educazione civica delineati nel Ptof dell’Istituto, hanno partecipato al progetto educativo nazionale per le scuole primarie “Fair people”. Fair People è una proposta formativa sviluppata secondo le linee guida del Miur. Al docente è proposta la scelta fra tre moduli formativi utili alla crescita delle competenze relazionali, individuali e cognitive. Un lavoro a squadre sui 5 valori guida: uguaglianza, rispetto, impegno, gioco di squadra e lealtà. Un modo per comprendere e interiorizzare alcuni dei valori sociali fino a farli diventare propri nel quotidiano. Uno strumento per aiutare ad individuare e allenare le emozioni, attraverso esercizi di espressione e percezione dell’intensità emotiva, sviluppo del lessico per comunicare il proprio stato emotivo, per farsi capire e per capire empaticamente gli altri. Gli studenti esplorano la propria identità fino a far emergere i punti di unicità e i punti in comune. Una sfida finale guiderà la classe a scoprire l’importanza della cooperazione, attraverso la condivisione.
«Sembrerebbe che concetti come l’uguaglianza siano ormai naturalmente connessi con il nostro sentire quotidiano – dichiara la Dirigente Scolastica Giovanna Battista Costigliola – Eppure la cronaca di questi anni ci racconta spesso il contrario. Ecco perché uno dei compiti della Scuola è quello di ricordare e rinsaldare i principi fondamentali della nostra Costituzione anche attraverso semplici esperienze come la partecipazione ad un concorso. I nostri bambini che oggi hanno studiato, sperimentato e rappresentato il tema dell’uguaglianza, saranno gli adulti di domani che ne garantiranno il rispetto».
Ecco il gruppo di docenti che ha capitanato questa esperienza: Raffaela De Rosa, Giuseppina Cipolletta, Donatella Lubrano Lavadera, Ermelinda Musto, Maria Cavaliere, Virginia Monaco, Giuseppina De Santo, Claudio Gervasio, Armida Perfetto, Maria Vellinati.
«Il progetto educa al rispetto ed è stato promosso dalla società Juventus goals for education. – dichiara una delle docenti impegnata nel progetto, Ermelinda Musto – Gli alunni hanno realizzato con entusiasmo e partecipazione attiva, prodotti di arte creativa sui valori dell’uguaglianza e del rispetto, utili a sviluppare comportamenti relazionali improntati al rispetto della diversità, all’uguaglianza e alla cooperazione». La scuola è stata premiata nella challenge dell’uguaglianza con un buono spesa in materiale didattico del valore di 300 euro.
Giovanna Di Francia