Usura, minacce e c’è chi approfitta delle famiglie in difficoltà. Appello per non lasciare solo chi aiuta e chi è aiutato





In queste settimane l’emergenza sanitaria creata dal coronavirus ha prodotto una ancora maggiore crisi economica e sociale nel nostro Paese e soprattutto nelle zone economicamente e socialmente più fragili e arretrate. È aumentata la precarietà e la povertà in moltissime fasce della popolazione e sono, purtroppo, ripresi i suicidi di capifamiglia disperati ed impotenti di fronte all’impossibilità di onorare impegni e responsabilità.

In uno scenario dove il Governo appare ancora incerto e confuso, dove le scelte registrano ritardi, dove la paura, la rabbia e le povertà aumentano ovunque, si distinguono per impegno e costanza i centri di solidarietà spontanea e disinteressata, sia di origine religiosa che laica. In modo particolare le parrocchie, con i sacerdoti e volontari che destinano le loro maggiori energie ad aiutare i più deboli. L’impegno è diretto a raccogliere atti di generosità da parte di chi può, per trasformare questa generosità in solidarietà attiva. Si raccolgono fondi e prodotti e si trasferiscono queste utilità a chi, quartiere per quartiere, manifesta i livelli più gravi di fragilità e rischio.

A questi uomini e donne che dedicano il loro tempo e le loro energie alle famiglie più bisognose, deve essere rivolta la riconoscenza di tutti. Anche coloro che non possono prendere parte diretta a questa importantissima, necessaria e meritevole attività di solidarietà, devono offrire a queste persone e a queste istituzioni, laiche e religiose, il massimo sostegno e rispetto. Maggiormente oggi.

La crisi dura da più di due mesi e, soprattutto quella economica, non sappiamo quando potrà terminare. Mentre lo Stato nazionale tarda ancora a produrre risultati in termini di aiuti concreti e tempestivi, la solidarietà non cessa, anzi aumenta. Ma nel mondo della solidarietà, la camorra e certi spregiudicati soggetti senza scrupoli, stanno tentando di mettere le mani, sporcando così un’iniziativa autonoma e meritevole.

Il mondo della solidarietà buona, in diversi episodi e nei nostri territori, è stato minacciato da soggetti estranei a qualsiasi logica di bene. Intorno a questi eroi della solidarietà bisogna erigere uno scudo forte e largo di difesa, perché quello che fanno lo possano continuare a fare fino a quando sarà necessario.

Soprattutto lo possano fare liberamente e solo ed esclusivamente a favore dei più deboli e meritevoli. Tra un delinquente ed una persona perbene, credo che non si possano avere dubbi su chi aiutare prima. Contro queste persone che stanno tentando di sporcare e condizionare la solidarietà buona, con una finta solidarietà strumentale al crimine e al malaffare, è necessario metterci tutti in guardia. Guardare, ascoltare e riferire quello che non va per non lasciare soli quelli che ben operano e perché tutti insieme siamo sicuramente più forti di ogni consorteria camorrista e delinquenziale. Abbiamo istituito un osservatorio al quale è possibile inviare segnalazioni, anche anonime, per difendere chi fa del bene. È possibile chiamare il numero verde 800 900 767 (oppure inviare una mail a info@fondazionepaulus.it). Difendiamo quello che di buono c’è anche durante questa pandemia, anche nel nostro territorio. Facciamo ognuno la nostra parte e la camorra ed i delinquenti non passeranno. Da nessuna parte.

Luigi Cuomo

Presidente Fondazione “Paulus”





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