Veglia missionaria diocesana, il vescovo di Pozzuoli dona una spiga colorata con i colori dei cinque continenti





L’annuale veglia per le missioni si è tenuta a Monte di Procida, nella chiesa San Giuseppe e Madonna di Loreto, guidata dal parroco don Pasquale Floriano Mancuso, direttore dell’Ufficio missionario diocesano. Nell’occasione, il vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, ha consegnato il mandato missionario a tutti i presenti, distribuendo delle spighe colorate con i colori dei cinque continenti, segno della messe abbondante, tema principale del momento di preghiera. Gesù, infatti, afferma che “la messe è abbondante” e colui che ha lavorato affinché il risultato fosse tale, è stato Dio. Evidentemente il campo di cui parla Cristo è l’umanità, noi siamo stati amati per primi e invitati ad andare per le strade del mondo a far conoscere, soprattutto a far vivere, l’amore del Padre. I presenti nella veglia sono stati invitati a pregare per il continente rappresentato dal colore della spiga ricevuta.

Significativo l’intervento di suor Lorenza Raffaella Radini, delle Missionarie dell’Immacolata, in partenza da Pozzuoli per il Bangladesh. Si recherà in Asia per “seguire il mandato del Signore e annunciare il Vangelo”, accompagnata simbolicamente da una croce benedetta che le è stata consegnata dal vescovo.

«In ognuno di noi – ha sottolineato la suora nella sua emozionante testimonianza – c’è un missionario, che ogni giorno affronta la propria missione accompagnato da tre sentimenti indispensabili: l’amore, lo stupore e la gratitudine. L’amore è quella grande forza, quella spinta che, ogni mattina, ci fa alzare e ci fa affrontare con il sorriso tutto ciò che incontriamo sulla nostra strada, anche e soprattutto se è la stessa cosa che ripetiamo quotidianamente.

Lo stupore è quel senso di grande meraviglia, spesso provocato da qualcosa d’inaspettato, che ci cambia le giornate e che in qualche modo ci fa vedere le cose con occhi diversi; una volta scoperto, ci riempie il cuore. È proprio questo che genera quella voglia continua di stupirci soprattutto per le piccole cose, per quelle semplici cose che possono renderci felici e, in particolare, che possono rendere felici gli altri.

Infine, la gratitudine è semplicemente dire grazie per ciò che si ha. È costantemente connessa agli altri due sentimenti, perché tutto quello che facciamo, tutto quello che riceviamo, tutti coloro che incontriamo, insomma tutto ciò che accade nelle nostre vite, è un dono meraviglioso che ci fa capire quanto siamo fortunati e quanto possiamo essere importanti per chi è meno fortunato di noi. Per questo non ci resta che essere grati a Dio per la missione che ha scelto per ognuno di noi».

Nella veglia missionaria, quindi, con il gesto delle spighe colorate e con la testimonianza di suor Lorenza, è stato lanciato un messaggio ai partecipanti, ma anche a coloro che non erano presenti, perché non deve spegnersi in noi lo slancio dell’annuncio; uniti alla Chiesa, dobbiamo portare avanti il mandato missionario, che richiede la nostra libera adesione ad agire con Dio e per Dio.

Bruna Caione

 

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Con la missione, la Chiesa ti dà fiducia

Il mandato missionario viene dato a coloro che scelgono la missione per tutta la vita. Costituisce un momento importante, unico, da non dimenticare. A quel piccolo credente, come me, che si prepara ad annunciare il Vangelo fino agli estremi confini della terra, probabilmente – insieme alla trepidazione e all’attesa – tremano anche le ginocchia, crescono i timori, avendo davanti agli occhi le sfide di un cambio di cultura, di lingua, di clima, di alimentazione e soprattutto la lontananza da tutto ciò che è noto, conosciuto, amato.

Ed è proprio a questo punto che la Chiesa dà fiducia. Il vescovo, durante la veglia missionaria, consegna il crocifisso ai missionari partenti e dice: “Ricevi questo segno della carità di Cristo e della nostra fede. Ecco il compagno indivisibile delle tue fatiche apostoliche, il tuo sostegno nei pericoli e nelle difficoltà, il tuo conforto nella vita e nella morte”. La Chiesa, nell’inviare i membri della comunità agli estremi confini della terra, poggia la sua fiducia nella vicinanza di Cristo, che sosterrà il missionario in tutte le sfide che incontrerà. Il missionario, nell’essere inviato, sente la vicinanza di tutta la Chiesa, che s’impegna a sostenerlo con la solidarietà, la preghiera e le scelte concrete di vita cristiana. Il mio “sì alla missione” vive e si rafforza in tutti i vostri “sì” quotidiani.

sr. Lorenza Raffaella Radini





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