Emozionante la Via Crucis dei giovani delle diocesi di Pozzuoli e di Ischia che si è svolta domenica 30 marzo lungo le stradine di Nisida. I partecipanti sono stati accolti da alcuni loro coetanei che stanno scontando la pena nell’Istituto penale minorile, al cancello d’ingresso. Insieme si sono incamminati verso la parte alta dell’isola. Lungo la salita, si sono alternati momenti di preghiera e di riflessione, accompagnati da musica e canti. Nella fila iniziale, in mezzo ai giovani, si è posizionato il vescovo don Carlo Villano, insieme ai rappresentanti delle realtà che hanno promosso e organizzato la serata, con il vicario episcopale per la Carità don Fabio De Luca, cappellano della struttura penitenziaria, i direttori della pastorale giovanile delle due diocesi, Don Enzo Cimarelli e don Marco Trani, il direttore della pastorale delle vocazioni don Giovanni Di Meo jr. Per la diocesi di Pozzuoli, presenti anche il vicario episcopale per la Pastorale don Alessandro Scotto, il direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici don Roberto Della Rocca, sacerdoti e gruppi parrocchiali delle foranie flegree, i gruppi scout Agesci Pozzuoli 1 e Napoli 9. Significative le testimonianze della madre di Domenico, giovane vittima di un incidente stradale a Napoli e di una operatrice del Progetto Puteoli Sacra.
Precisa la scelta di coinvolgere i giovani e di rivolgere particolare attenzione alle situazioni di disagio, richiamando la Bolla d’indizione del Giubileo, con le priorità indicate da papa Francesco.
Parole di “speranza” sono state rivolte dal vescovo in conclusione della serata, quando sono state aperte le porte dell’istituto penale e i giovani delle diocesi hanno consegnato la croce ad una rappresentanza dei ragazzi presenti nella struttura, grazie alla disponibilità del direttore Gianluca Guida. «Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla Via Crucis e i ragazzi di Nisida per la loro presenza. Ci impegniamo tutti – ha sottolineato Villano – ad essere operatori e dispensatori di pace. Una preghiera anche per le popolazioni colpite dal terremoto nel Myanmar. Aprire le porte dell’istituto di Nisida, vuole essere un segno forte, per un incontro tra giovani che devono costruire in modo positivo questa nostra società. Da qualche giorno stanno rimuovendo manufatti industriali nell’area ex Italsider. Anche questo può rappresentare un segno di speranza, per la rinascita di questa zona della nostra città, che possa diventare sempre più bella e accogliente».
Foto e riprese di Antonello Vermiglio – Intervista di Carlo Lettieri – Teleischia montaggio immagini Marco Altore
Foto di Francesca Attanasio