«Grazie papa Francesco per averci detto di non scoraggiarci mai, di percorrere, con il soffio dello Spirito, strade sempre nuove». Queste le parole del vescovo Carlo Villano, durante la celebrazione eucaristica che ha presieduto stamattina 22 aprile nella concattedrale San Paolo a Monterusciello, per esprimere la gratitudine delle Chiese di Pozzuoli e di Ischia.
«Grazie perché ci hai insegnato ad andare verso le periferie per poterle abitare – ha proseguito il vescovo -. Non può esserci amore per Dio se non c’è questa scelta preferenziale per i poveri. Come il Santo di Assisi, ci hai detto che è solo nell’abbraccio con i lebbrosi del nostro tempo che troviamo la salvezza. Il tempo è superiore allo spazio. Ci hai detto di non preoccuparci dei risultati immediati. Ci hai invitati ad alzare lo sguardo, ad avviare processi che saranno portati a compimento. Ci hai invitato a non occupare spazi di potere. Grazie perché ci hai ridonato la dignità della vita. In un territorio in cui viviamo una violenza quotidiana, dove spesso le armi sembrano alzare la voce e diventano strumenti di morte anche per le nuove generazioni, ci hai invitati al dialogo con la forza della Parola, ci hai invitati ad essere sempre artigiani di pace».
Bergoglio ha invitato più volte ad annunciare il Vangelo con gioia, passione, amore verso ogni persona, perché la Chiesa ha bisogno di crescere nel discernimento spirituale. Occorre anche formare i futuri sacerdoti, perché possano davvero aiutare le persone nella loro vita concreta. «A noi sacerdoti, a noi vescovi – ha sottolineato Villano –, hai detto che nel nostro ministero occorre voler bene alla nostra gente, occorre amarla, fino a portare sulla pelle l’odore del nostro gregge».
In conclusione, il vescovo ha ringraziato il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione (nella foto), e tutti i fedeli presenti alla celebrazione, richiamando le encicliche Laudato si’ (24 maggio 2015) e Fratelli tutti (3 ottobre 2020). «Grazie papa Francesco, perché, sull’esempio del Santo di Assisi – ha sottolineato il vescovo – ci hai ricordato che la nostra casa comune è come una sorella con la quale condividiamo l’esistenza, una madre che ci accoglie tra le sue braccia, una casa che riceviamo in prestito, da curare, custodire e lasciare alle prossime generazioni. Ciao papa Francesco. Come ho avuto modo di dirti più di una volta nei nostri incontri, le nostre Chiese di Pozzuoli e di Ischia, ancora una volta ti dicono: ti vogliamo bene e preghiamo per te».
Foto di Rosario Amazio