XX Congresso nazionale Ucsi. Vincenzo Varagona nuovo presidente, nella giunta Pino Blasi





«Occorre una qualità d’informazione che faccia vedere orizzonti nuovi», queste le parole con cui Giuseppina Paterniti, direttrice dell’offerta informativa Rai, invita a riflettere durante il suo intervento alla tavola rotonda che ha aperto il XX Congresso Nazionale UCSI (Unione Cattolica della Stampa Italiana), tenutosi a Roma dal 24 al 26 settembre 2021, nel cui titolo, “Un nuovo inizio per l’informazione”, c’erano l’augurio a riprendere in mano la vita associativa e l’auspicio verso un rinnovamento delle modalità di comunicare le notizie dopo l’emergenza pandemica. «Da questo periodo difficile ne siamo usciti con la consapevolezza che non bisogna mai trascurare il giornalismo di prossimità. Rincorrere lo scoop in giro per il mondo perdendo di vista le storie di tutti i giorni non va bene. Dove sta andando questa informazione d’ispirazione cattolica? Forse ci vorrebbe un mea culpa collettivo da parte di tutti i giornali, autonomia e indipendenza, notizie e inchieste, partendo dalle storie, dalle persone» una posizione chiara quella del giornalista di Avvenire, Nello Scavo, che ha più volte sottolineato la responsabilità della parola, uno strumento che si perde nel linguaggio spesso non verbale della comunicazione moderna. E ancora, ardore e coraggio, e non buonismo, a rivendicare una posizione, quella del giornalista cattolico, rispettosa e non necessariamente scontata e clemente. Un modello, quello di Avvenire, cui si guarda oltreoceano con ammirazione e curiosità, cercando d’importarlo e che Scavo definisce come giornalismo, punto. L’occasione della stampa di raccontare i fatti e non le fake news è andata persa durante la pandemia, ma per l’UCSI non tutto è perduto, la distanza non ha frenato l’associazione, in particolare la fascia più giovane, che grazie al gruppo JOlab e all’impegno di Antonello Riccelli, moderatore della tavola rotonda, ha portato avanti una fruttuosa serie di incontri online per guardare al futuro del giornalismo analizzando le criticità e le opportunità del presente. Durante il congresso, Vania de Luca, presidente nazionale uscente, ha accennato in anteprima a “Pensare il futuro | I 17 obiettivi dell’Agenda visti dai giovani e raccontati dai giornalisti” a cura della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale – dell’Università Pontificia salesiana, in collaborazione con UCSI – Unione Cattolica della Stampa Italiana, l’ennesimo fruttuoso esempio di coinvolgimento e ascolto da parte degli associati verso quello che è uno dei temi più caldi dei nostri tempi. Sempre sul piatto e non ancora freddo. A chiudere i lavori della prima giornata il cardinale Mauro Gambetti, Vicario del Papa per la Basilica di San Petro in Vaticano, da cui è venuta un’interessante provocazione, non fruire passivamente dei social, ma crearne uno: «uno strumento per aiutare le persone a leggere i fatti e interpretare i dati». Un invito volutamente iperbolico per far emergere l’importanza del confronto. In una società di monologhi, tornare al dialogo, ascoltare prima di parlare. Corrispondenza ripresa alla vigilia della Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato da Padre Camillo Ripamonti che durante il congresso ha raccontato ai giornalisti dell’UCSI, l’esperienza del Centro Astalli: «una storia di quarant’anni, fatta di storie di persone e di famiglie, di grande sofferenza, che ci portano alla memoria le crisi umanitarie presenti nel mondo, come quella in Afghanistan. “Verso un noi sempre più grande”, si intitola la Giornata del Migrante. Significa che il processo di integrazione deve essere bilaterale, non deve essere solo la persona che arriva a fare lo sforzo di adattarsi al Paese in cui arriva, deve diventare un processo più dinamico rivolto all’accoglienza. “Accompagnare, servire e difendere” sono le parole chiave della storia del centro Astalli, che durante la pandemia apriva una sede a Bologna. Diventando simbolo di speranza». Speranza pasquale, come quella del cardinale Marx che ha ricordato Vania De Luca durante il suo intervento, ossia di essere giunti a un “punto morto” che, però, potrebbe diventare anche un punto di svolta, «si sono perse le radici ed è lì che si deve ritornare per creare le forme nuove che i tempi richiedono». In questa direzione sono andate le elezioni, presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana, Vincenzo Varagona, 60 anni, vice caporedattore del TGR Marche e consigliere nazionale uscente di UCSI. Presidente per 10 anni di UCSI Marche è collaboratore di Avvenire e Famiglia Cristiana, «il mio impegno è quello di proiettare l’UCSI nel futuro del panorama informativo italiano, puntando sulla formazione, e l’aggiornamento professionale – ha dichiarato Varagona a margine dell’elezione – non tralasciando i progetti di occupazione giovanile”». Insieme a lui sono stati eletti anche i due vice presidente, Luciano Regolo e Maria Luisa Sgobba. Della giunta fanno parte anche Salvatore Di Salvo (segretario), Alberto Lazzarini (tesoriere), Giuseppe Blasi, Luisa Pozzar, Antonello Riccelli, Paola Springhetti, Marta Valagussa. Eletto anche il nuovo consiglio nazionale che per 4 anni guiderà l’Unione composto da: Gaetano Rizzo, Domenico Pantaleo, Giuseppe Blasi, Pino Nardi, Domenico Piano, Maria Luisa Secchi, Francesca Di Palma, Ermanno Giuca, Maria Elisabetta Gandolfi, Enrica Cefaratti, Michele Albanese, Angela Trentini, Andrea Cuminatto, Giandomenico Cortese, Vito Sacco. A presidiare il Consiglio dei Garanti saranno invece Antonio Foti, Gabriella Zucchi ed Enzo Quarto. Il Consiglio dei Revisori dei Conti è composto da Salvatore Catanese, Giampaolo Atzei, Flaminia Marinaro. Le basi sono state gettate, abbia inizio un laboratorio permanente sulla parola «per un giornalismo interdisciplinare che crei connessioni». Questo l’augurio di Padre Francesco Occhetta S.I., consulente nazionale UCSI, concelebrante, insieme ad altri consulenti ecclesiastici regionali dell’associazione, della messa domenicale nella basilica di San Pietro, all’altare della Cattedra che, presieduta dal Cardinale Mauro Gambetti, ha chiuso il XX congresso dell’UCSI.

Rosaria Morra





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